Giuliano Tomaino

Nato alla Spezia nel 1945, vive e lavora a Sarzana.
Ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni Sessanta, nella direzione dell’Arte Povera, con assemblages di objets trouvés.
Alla metà degli anni Settanta la sua ricerca si rivolge alla pittura con segni e righe geometriche in diverse scale di nero e rosso, colori che rimarranno costanti nel suo lavoro soprattutto alla fine del decennio, su vari supporti e con segni sempre più ripetitivi.
Il soggiorno a New York dell’85 è un appuntamento importante per Tomaino, che in quegli anni frequenta Mario Soldati. Tellaro, dove Giuliano risiedeva, e il paesaggio ligure, entrano nei dipinti sotto forma di oggetti e di citazioni minime.
Nel ’90 compare il tema del cimbello (lo zimbello), suggerito dalle rondini che entrano nello studio sarzanese dell’Artista.
Nella sua libera assunzione di tecniche diverse – pittura, assemblaggio, scultura, e di stili multipli – ora informali, ora neodada, ma sempre improntati ad un simbolismo primitivistico, si riconoscono echi dell’arte povera di Merz, tracce della Pop Art di Bay.
Attraverso la sua simbologia sciamanica, Tomaino approfondisce una perenne introspezione sul mondo, e ancora prima sull’uomo.
Nella materia, nel colore, nella cera, nelle garze, nella carta, i segni primordiali avvolgono la mente come simboli misteriosi echeggianti luoghi della memoria e si fanno, al contempo, dimora di perspicua saggezza.
Le sue opere fanno vivere “momenti di assoluta autonomia immaginativa ed interpretativa, un abbandono che fa sognare, ritornando con i ricordi all’infanzia, assaporando profumi di un tempo scomparso per sempre ma che qui vive d’eternità”.

Born in La Spezia in 1945, he lives and works in Sarzana. He began his career at the end of the Sixties, assembling objets trouvés in the direction of Arte Povera.
In the mid-Siventies his research turned to painting with geometric lines and signs in different scales of black and red, colors that would remain constant in his artistic production, on various supports and with increasingly repetitive signs, particularly at the end of the decade. In 1985 he visited New York, a trip that affected him. In those years he befriended Mario Soldati. Giuliano resided in Tellaro and the Ligurian landscape slowly emerged in his paintings in the form of objects or minimal pictorial references.
In 1990, inspired by a couple of swallaws flying in his studio in Sarzana, he started developing his iconic bird theme.
In his free assumption of different techniques – painting, assemblage, sculpture, and multiple styles – whether informal, or neo-Dada, always marked by a primitivistic symbolism, we recognize echoes of Merz's Arte Povera, traces of Bay's Pop Art.
Through his shamanic symbology, Tomaino suggests a perennial introspection into the world, which is also a human introspection. His primordial signs wrap the human mind through materials, colours, wax, gauze, paper, acting as mysterious symbols echoing places of memory and becoming abode of wisdom.
His works bring alive "moments of absolute imaginative and interpretative autonomy, a daydream abandonment, taking back memories of childhood, savouring scents of a time that has disappeared forever but which will live eternally".